Silvio porta i dolci a mamma Rosa (Il Mattino)
Arriva poco dopo le dieci di sera, quando i suoi uomini hanno già consumato metà cena.
Un ritardo leggero che rinvia solo di pochi miniti lo show: un tripudio di applausi, flash, autografi, tanti autografi ale centinaia persone che lo attendono da ore in via D’Aragona, davanti al ristorante “Mimì alla Ferrovia“, parlamento della cucina napoletana, dove sono passati tanti uomini politici, da Cossutta al presidente Ciampi.
Signori ecco ora Silvio Berlusconi, Il Cavaliere, il presidente, il capo di Forza Italia, il comandante di Azzurra che sta solcando i mari d’Italia tra maltempo, influenza, malocchio e scongiuri. Silvio ha un sorriso a 18 carati , nonostante i dispiaceri del Milan, accolto dal suo colonnello in Campania, Antonio Martusciello, gran regista di questa cena con 120 inviti,t utti da esibire all’uomo con i baffi che rimane sordo ad ogni titolo e benemerenze.
Senza invito non si passa, dice facendo esibire a tutti il coupon immacolato siglato da Martusciello. Solo Paolo Pomicino non ha bisogno di tirare fuori nessuna lettera. Il principe della Dc scivola nel locale come un ragazzo discolo, attendendo poi l’amico Silvio al piano superiore, dove già il gotha del centrodestra è a tavola, a gustare i manicaretti preparati dagli chef di Mimì e Michele Giugliano, i cugini titolari del locale.
Antonio Rastrelli è seduto al tavolo presidenziale, con Martusciello e Claudio Azzolini. Rigorosamente libera la sedia centreale sulla quale si siederà Silvio, catalizzando l’attenzione di tutti e mangiando tutto, dalla pizza tricolore (pomodoro,mozzarella e rughetta) alla spigola al Cavaliere, dal sartù di riso che lui stesso ha ordinato, senza aglio nè cipolla, ai dolci. E che dolci: babà, pastiera, sfogliatelle. Un vassoio di leccornie napoletana viene inviato a bordo di Azzurra per deliziare mamma Rosa. Tutto innaffiato da Campagnaro e Greco di tufo bianco e dal rosso Taurasi e Serpico delle feudi di San Gregorio.
Anche i mastini mangiano. Ed il cronista riesce a salire al piano delle autorità. Pochi ci fanno caso, intenti a gustare l’antipasto Forza Italia (rucola,pomodorini,gamberetti e finocchi), involtini di melanzane, scarola ripiena, carciofi alla Mimì, rigatoni al sapore di mare, sartù, spigola, patate croccanti, dolci, caffè e limoncello. I piatti tornano indietro rigorosamente vuoti per la gioia di Mario Costa, Ciro Granato e Pellegrino Minucci, cuochi di Mimì e Michele. Agli altri tavoli sono seduti Marco Cicala, Fulvio Martusciello, Paola Ambrosio circondata da uno sciame di amici, il capogruppo al Senato Enrico La Loggia, i parlamentari Berruti, Russo e Cosentino, l’ex provveditore agli studi di Napoli, Gennaro Fenizia.
Il mondo dello sport è presente con il presidente della Salernitana, Aliberti. Mangiano tutti e vanno via soddisfatti, stringendo nelle mani come una reliquia la pergamena con il menù Forza Italia, legata da un leggerissimo nastrino biancorossoverde.
Il Mattino 4 Aprile 2000